L’edizione 2018 e il premiato Vittorio Colao

    Edizione numero due per il Premio Parete, martedì 9 Ottobre 2018, ospitato nelle prestigiose aule dell’Università commerciale Luigi Bocconi a Milano. A fare gli onori di casa il rettore Gianmario Verona: «Un’occasione importante almeno per tre ragioni. Il Premio Parete rappresenta l’inclusione, la valorizzazione della diversità, l’altruismo, la voglia di guardare lontano, con positività. Tutti temi che portiamo avanti, ogni giorno, all’interno del nostro ateneo. In più il Premio Parete ha voluto mettere a disposizione una borsa di studio per uno studente particolarmente meritevole, sostenendolo nel suo percorso triennale qui in Bocconi. Infine la scelta di premiare Vittorio Colao, che si è formato in queste aule ed è considerato uno dei manager più stimati e validi, con grandi doti di leadership». Sul palco, di fronte al pubblico composto da docenti, allievi, professionisti, imprenditori, manager, più una folta rappresentanza della Guardia di finanza, sale anche Donato Parete. Il figlio di Ermando Parete, fondatore e presidente del comitato scientifico del Premio Parete, lega nel suo intervento ricordo e speranza per il futuro: «Mio padre Ermando, portando la sua testimonianza diretta in molte scuole italiane nel Giorno della Memoria e ricordando la terribile esperienza vissuta in giovane età, spronava i ragazzi a studiare, a darsi da fare, a farcela con le proprie forze, crearsi un personale senso critico per giudicare le cose. Il Premio Parete vuole continuare a portare avanti questo messaggio». E in un momento storico così delicato, dove vecchi fantasmi sembrano comparire nuovamente all’orizzonte, dove si assiste a un crescente rigetto nei confronti di ogni forma di competenza, c’è invece decisamente bisogno di un’élite che sia punto di riferimento, mossa da principi oggettivi, allo stesso tempo guida e anima analitica dei complessi fenomeni che ci circondano. Ne è convinto anche Vittorio Colao nel suo “speech” centrale, dove riconosce alla Bocconi, e in più in generale all’università, un ruolo fondamentale nel modellare persone in grado di avere un impatto giusto nel mondo di oggi. Mondo sempre più interconnesso, in cui la complessità è aumentata notevolmente e raggiungere l’eccellenza sembra essere l’unico modo per cogliere le sfumature più impercettibili. Il past ceo di Vodafone approva la scelta di unire al Premio la Borsa di studio, conferita per il 2018 alla giovane pescarese Chiara D’Ignazio. Perché oltre al riconoscimento c’è una generosità concreta, una solidarietà pura, un “give forward”, un dare in avanti, in una sorta di patto intergenerazionale con effetto moltiplicatore. Proprio generosità e solidarietà devono essere due pilastri da rafforzare nella quotidianità attuale, per puntare su una società aperta, ricca di opportunità, solidale, allontanando chiusure, arroccamenti ed egoismi. Nato a Brescia, Vittorio Colao si laurea all’Università Bocconi e ottiene un master in Business administration a Harvard. Iniziato la carriera a Londra nella banca d’affari Morgan Stanley, poi a Milano nella società di consulenza McKinsey. Gli anni trascorsi in Vodafone sono 20, fino alla massima carica di numero uno della multinazionale. Con anticipo comunica di lasciare la guida del gruppo proprio a partire dallo scorso inizio di ottobre. Nei dieci anni da world ceo, il top manager guida la trasformazione del gruppo Vodafone da operatore mobile a leader globale e convergente, con servizi di broadband, mobile e tv. Tanto da portarlo a essere il più grande player mobile e di linea fissa Ngn in Europa e leader nell’Iot, Internet of things, con una divisione enterprise, rivolta alle aziende, che genera circa un terzo dei ricavi del gruppo.